Cronaca della spedizione Patagonia 2006 organizzata dall'Operazione Mato Grosso per i ragazzi che hanno conseguito il diploma di guide di alta montagna nella Escuela de Alta Montaña “Don Bosco en los Andes”
Partecipanti alla spedizione:
Gli organizzatori della Escuela Don Bosco en los Andes:
Giancarlo Sardini
Marina Sardini
con le figlie Marta e Marianna
Le guide della Escuela Don Bosco en los Andes:
Quique Apollinario
Cesar Rosales
Miguel Martinez
Hector Vidal Lopez
Amador Maquin Figueroa
Eleazar Blas Blas
Elias Flores
Carlos Flores Colonia
Edgar Laveriano Lopez
Jaime Ramirez
Michael Araya Torres
Maximo Espinosa
Le guide peruviane di Huaraz:
Magno Alberto Camones Gonzales (Presidente Guide AGMP Perù)
Edson Americo Ramirez Henostroza (Direttore CEAM - Huaraz)
Le guide alpine:
Valerio Bertoglio
Enrico Rosso
Gli istruttori del CAI:
Domenico Gaggini del Gruppo CORVI di Mandello
Luciano Colombo del Gruppo CORVI di Mandello
Lo scrittore alpinista: Franco Michieli
Sergio Visinoni
Bruno Giovanetti
Davide Cola
Padre Antonio Zavatarelli: prete alpinista dell'0perazione Mato Grosso
I padri dell' OMG:
PADRE UGO DE
CENSI
PADRE ERNESTO SIRANI
PADRE ELIO GIACOMELLI
PADRE UMBERTO BOLIS
Un medico volontario OMG
Partenza gruppo peruviano il giorno 4 gennaio 2006
Partenza gruppo italiano il giorno 12 gennaio 2006
Attivita' svolta fino al 03 febbraio 2006.
Sono state salite le seguenti cime:
Pliege Tumbado
Poincenot per la rampa Williams da Enrico, Amador e Hector (grande performance)
Cerro Solo
Aguille de la "S"
Cerro Madsen
Cerro Electrico
Sono state tentate le salite a:
Cerro Fitz Roy
Cerro Torre
non riuscite per le condizioni avverse.
E' in atto un tentativo di raggiungere il Cordon Mariano Moreno nello Hjelo Continental per salire una nuova via. Riferiremo più avanti.
Un gruppo si è spostato a sud a Ushuaia ed ha effettuto ieri una esplorazione della Valle Carbajal fissando per i prossimi giorni un tentativo di salire una cima inviolata del gruppo del Cerro Colorado.
L'obiettivo è di dare un nome a questa cima e segnarne le coordinate sulle mappe.
Da rimarcare l'impresa di Bruno, Michell e Maxino che da El Calafate hanno raggiunto in mountainbike e in completa autonomia Ushuaia.
6 febbraio 2006
E' andata a buon fine la traversata dello Hjelo Continental, e la nuova salita sul Cordon Mariano Moreno.
Il gruppo formato da: Enrico Rosso,
Franco Michieli, Domenico Gaggini, Davide Cola, Sergio Visinoni e Donatella
Barbera è partito il giorno 29 gennaio da Piedra del Fraile (pietra del frate -
antico accampamento di Padre de Agostini. Raggiunto Passo Marconi ed entrato
quindi sul Ghiacciaio Continentale Patagonico il gruppo si è diretto al Nunatak
Witte (nunatak è un termine groenlandese che definisce un isola rocciosa in
mezzo ai ghiacci), ai piedi del "Cordon Mariano Moreno". Fatta base al Nunatak,
il giorno 31 gennaio è partita l'ascensione che aveva come obbiettivo
un'evidente sperone che conduce ad una cima probabilmente innominata (magari il
nome lo proporremo noi! La via che ha caratteristiche di grande classica alpina,
si svolge per circa 700 m fino alla cima innominata.
La via, intitolata alle "Guide di Marcara'", propone un alpinismo esplorativo e
costituisce una prima ricognizione del gruppo di alpinisti impegnato nel
progetto dell'Operazione Mato Grosso del Cordon Mariano Moreno. In questo gruppo
di magnifiche e poco esplorate montagne si sono infatti ipotizzati interessanti
progetti per il futuro. Lo "sperone delle Guide di Marcara'" potrà diventare
una classica per chi vorrà abbinare ad una traversata sullo Hielo Continentale
anche una scalata unendo così l'immensità della dimensione orizzontale del
Ghiacciaio Continentale Patagonico anche quella verticale delle sue magnifiche
ed inesplorate montagne.
Il gruppo ha poi raggiunto il "Paso del Viento", passo d'uscita dalla zona del
Ghiacciaio Continentale, ed è quindi rientrato senza problemi alla base di Chalten il giorno 3 febbraio.
Altra vittoria del gruppo di Ushuaia sulla cima inviolata del gruppo del Cerro Colorado, nella valle selvaggia del Carbajal; sono state aperte due vie diverse nonostante il tempo poco clemente.
I nomi dei salitori sono:
Hector Vidal Lopez
Elias Flores
Maximo Espinosa
Valerio Bertoglio
Luciano Colombo
per la via della "canaleta" (via di V° diretta)
Amador Maquin Figueroa
Eleazar Blas Blas
Carlos Flores Colonia
per la via della "grieta terminal" (via di IV° normale)
La descrizione delle vie e il nome della cima vengono depositati presso le autorità locali.
I dati geografici del Cerro De Censi sono i seguenti:
S 54º 40,176'
W 068º 17,475'
Altezza 1258 m s.l.m.
Intendiamo nominare questa cima conquistata "Cerro De Censi" in onore di padre Ugo De Censi SDB, fondatore e anima del movimento Operazione Mato Grosso che lavora instancabilmente da trent'anni nelle regioni più povere di Perù, Bolivia, Brasile e Ecuador, con innumerevoli opere a favore dei giovani e dei più poveri.
Entrambe le vie hanno accesso attraverso una cresta lunga 2 Km di roccia
friabile di 1º e 2º grado che ha portato direttamente alla porzione superiore
del ghiacciaio in destra idrografica laterale.
Sono stati anche battuti con il GPS i punti principali per determinare la
superficie del ghiacciaio sottostante anch'esso non inserito nella cartografia
ufficiale.
Al ghiacciaio è stato posto il nome di Ghiacciaio Valtellina, la valle che ha
dato i natali al Padre Ugo De Censi.
Aconcagua
Eccezionale l'attività svolta su questo massiccio, il più alto delle due Americhe.
Racconta Valerio Bertoglio:
Abbiamo
bivaccato nel “Viento blanco” a -15º, a 5300 metri, senza niente, abbiamo
visto la vita sfuggirci.
Con
Padre Topio, sacerdote dell’Operazione Mato Grosso che ci ha accompagnato in
spedizione, il 18 febbraio siamo partiti un po’ alla buona, tardi per scalare
il Cerro Cuerno (5300) 600 metri di dislivello sul ghiacciaio e quindi per
cresta in vetta.
Ma i
ghiacciai qui hanno conformazioni stranissime, sono un susseguirsi di strutture
di 2-3 metri di altezza, posti in fila a mezzo metro l’una dall’altra.
Vengono
chiamati penitentes e camminarci in mezzo è una vera penitenza perchè li
abbracci, li rompi, li scali.
Giunti
al colle est il tempo comincia a peggiorare, decidiamo di rientrare per la
cresta che porta al Nido de Condores.
Alle 17
un fulmine sfiora Padre Topio, gettiamo le piccozze, ci accovacciamo per terra e
poco dopo inizia la bufera.
Riusciamo
a ripararci in un corridoio tra i penitentes e sarà la nostra salvezza.
Con lo
yoga per dimenticarci del freddo, la preghiera e raccontandoci la vita,
riusciamo a superare la notte.
Ci siamo
aiutati a restare calmi, a restare fermi, a respirare in modo regolare e a fare
andare il sangue in tutte le parti del corpo.
In una
notte così c’è il tempo per pensare alla vita, c’è tempo per desiderare di vivere ancora, di pensare ad ogni persona cara e a chi avrebbe
sofferto una morte così.
Resistiamo.
La neve
ci ha coperti, poi è arrivata la luna e il freddo è iniziato a farsi
sentire.
Tremiamo,
ma non possiamo ancora muoverci, non c'é abbastanza luce e non conosciamo la
via, dobbiamo aspettare l’alba.
Riprendiamo
la cresta tra canali di penitentes e pinnacoli rocciosi.
Intanto
si sono mossi dal basso Amador e Blas per rifare la nostra via e dal Nido de Condores ci sono venuti incontro Quique, Carlos, Miguel.
Giunti a
Nido de Condores scendiamo per la via normale dell’Aconcagua e nel pomeriggio
arriviamo a Plaza de Mulas.
Intanto
i ragazzi, li chiamo ragazzi ma sono guide di alta montagna, hanno salito, chi
in un giorno, chi in due, la via normale dell’Aconcagua partendo da Plaza de Mulas.
IL RECORD
Vedendo
i rendimenti dei ragazzi e in particolare di Jaime Ramirez, in piena forma, e
valutando i tempi parziali realizzati durante le salite, pensiamo che possa
essere battuto il record di salita e discesa partendo da Horcones all’interno
del parco provinciale dell’Aconcagua.
Grazie
all'esperienza di Valerio (ricordiamo la sua performance sul Cervino), inizia a
questo punto il lavoro di squadra dislocando lungo tutto il percorso i
componenti della spedizione per fare da appoggio ad Jaime.
Il
giorno 24 febbraio alle ore 00,00 Jaime parte da Horcones a 2980 metri,
cronometrato dall’ispettore delle guardie del parco e anticipando i tempi
previsti raggiunge Plaza de Mulas a 4400 metri in 3 ore e 50 minuti.
Da Plaza
des Mulas fino in vetta è accompagnato da Cesar Rosales; alle 9,30 sono
entrambi in vetta all’Acongagua a 6959 metri: la vetta più alta delle due
Americhe compresa tra Cile e Argentina attesi da Padre Antonio (Topio).
Dopo una sosta per comunicare l’arrivo in vetta tramite radio e le foto di rito, ridiscendono a Plaza de Mulas e da qui fino a Horcones dove arrivano in 14 ore e 59 minuti come da documento ufficiale dell’ACTA DE INSPECTION N. 42023 del Gobierno de Mendoza redatto alle ore 15,45 del 24 febbraio 2006.
Questo
record va a battere i precedenti detenuti sullo stesso percorso prima
dall’argentino Willie Benegas (23 ore), poi dal peruviano Holmes
Pantoja (20h e 35 minuti), e completa quello di Brunod, Meraldi, Pellissier
aggiungendo 53 km e 2840 metri di dislivello.
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Questi sono i due avvenimenti più rilevanti, ma gli altri membri della spedizione hanno scalato praticamente tutte le cime intorno a Plaza de Mulas:
Cerro Bonete
Cerro Cathedral
Cerro Horcones